SISTEMA STEREO
Pp.Ghisetti
La fotografia stereo, vocabolo derivante dal termine greco
stereos = solido, affonda le sue radici agli albori della fotografia, quando Sir Charles Wheatstone presentava il suo
stereoscopio, progetttato già nel 1838, per dagherrotipi stereo, oggi rarissimi e molto valutati nell'antiquariato fotografico.
Come altri marchi, come ad esempio Zeiss Ikon, anche la Leitz si è
fortemente impegnata nell'offrire ai propri utenti un sistema stereo,
che è andato ampliandosi nel corso degli anni, facendosi sempre più
completo e complesso. Anche se la passione per la fotografia stereo ha
avuto momenti di grande popolarità seguita poi da periodi di
indifferenza, Leitz ha inseguito il sogno di offrire quanto di più
completo e flessibile potessere essere fabbricato, anche se spesso di
fronte a vendite molto ridotte. Malgrado che le concorrenti nipponiche
abbiano quasi snobbato questo settore, solo la Nippon Kogaku ha offerto
timidamente qualcosa, Leitz e Zeiss hanno investito enormi risorse per
offrire ai propri clienti qualcosa di meravigliosamente completo e
flessibile, con la convinzione ferrea che la macchina a telemetro fosse
in realtà una vera macchina universale, grazie ad un sistema di
accessori sterminato, sempre più completo e complesso
Uno dei primissimi tentativi di apparecchiatura stereo fu lo
StereoDoppel, concepito da Barnack in persona, ma rimasto allo stadio
di prototipo, troppo simile come concezione alle varie fotocamere
stereo di Voigtlaender, ICA, Contessa , Goerz, ed anche Rollei, che andavano molto di moda agli inizi
del secolo. In definitiva fu giudicato troppo costoso e pesante,
pertanto contrario sin da subito alla filosofia di leggerezza e
trasportabilità su cui si basasa il sistema Leica. Per conoscerlo
meglio vedi l'articolo apposito,
qui

Lo Stereo Doppel in fondo replicava lo schema tecnico di tutte le altre
fotocamere stereo sul mercato, ovvero quello di due fotocamere
accoppiate, come risulta chiaro anche da questa bella Kodak Brownie
Dopo questa breve esperienza, ribadiamo solo a livello di
prototipo, si
decise di cambiare decisamente strada e di mantenere un solo
apparecchio Leica al centro del sistema, offrendo contemporaneamente
una serie di accessori che potessere dare la
possibilità della ripresa stereo, a diversi livelli di prezzo,
complessità e possibilità tecniche.
Barre Stereo
I primi accessori, offerti subito quasi in contemporanea con la
presentazione del nuovo apparecchio Leica, furono le barre stereo,
ovvero i modelli FIARO e FIATE. La barra FIARO, illustrata in basso a
sinistra, possedeva una lunghezza fisica di 105mm, permettendo una
separazione pupillare di 75mm, non tuttavia sufficiente per le scene di
ripresa stereo all'infinito. Il modello seguente denominato FIATE, a
destra, lunga 186mm, possedeva una separazione interpupillare che
poteva arrivare a 145mm, adatta anche alle riprese all'infinito, oltre
naturalmente la
possibilità di fissare la macchina a distanze interpupillari inferiori,
per riprese sui 3-10 metri di distanza.
Da notare che la barra FIARO illustrata è l'unica incontrata dall'Autore di queste note, a conferma della sua rarità.
Nota; i dati riportati sopra riportati sono stati misurati
personalmente dall'Autore, mentre spesso nella letteratura Leitz i dati
di lunghezza totale e interpupillare sono sbagliati, e pertanto
riportati nuovamente errati dagli autori successivi.



Come si nota, la barra FIATE, disponibile sino al 1940, poteva
avere la vite di blocco al
cavalletto inizialmente posizionata al centro, per essere spostata poi
lateralmente nelle versioni successive. Inoltre nei primi modelli,
sopra a destra, mancava la vitina per bloccare lo spostamento
laterale. La rondella di blocco- macchina possedeva nel corso del tempo
4 varianti diverse per diametro e zigrinatura. Peso di 90g.

A sinistra il classico simbolo del condensatore, tipico del primo
periodo produttivo Leitz, a destra un prototipo di barra stereo.


Funzionamento della barra stereo: la macchina veniva fissata alla vite
di blocco e fatta scattare una volta a destra e poi, liberata la vitina
frontale, fatta scivolare a sinistra, per il secondo scatto, lungo la barra, che naturalmente
era fissata ad un cavalletto.
I due negativi 24x36mm così ottenuti venivano poi stampati e accoppiati, per essere visionati da un visore stereo.
Appare evidente che la macchinosità dell'operazione limitava le riprese
effettuate con la barra stereo ai soli soggetti immobili,
preferibilmente paesaggi.
Nota: in realtà ci sarebbe una ulteriore barra stereo, ma data la sua
assoluta rarità, probabilmente solo a livello di prototipo, ci
limitiamo a citarla come curiosità.
Infine dobbiamo rimarcare che questo accessorio, forse proprio per la
sua scarsa diffusione, non ha mai avuto un corrispettivo visore stereo.
STEREOLY
La possibilità di fotografare oggetti in movimento con la tecnica
stereo fu resa possibile nel 1931 con l'accessorio STEREOLY, con codice
VORSA.

Lo STEREOLY era composto essenzialmente da due parti: un
separatore di luce ed un braccio, con blocco a levetta, da innestare
sulla staffa portaaccessori della Leica. I separatori possedevano una
distanza di 7cm, per produrre due immagini della misura di 18x24mm, da
un fotogramma 24x36mm. Per variare l'apertura del diaframma dell'ottica, occorreva rimuovere i prismi e poi rinnestarli sul braccetto.
Il primissimo modello di STEREOLY possedeva la mascherina che
delimitava il fotogramma 18x24mm fissa, poi sostituita da una mobile e
ripiegabile in una seconda versione.
Peso di 140g.
Concepito essenzialmente per Leica I e Leica Standard.
Da notare, come appare chiaramente dalle immagini, che la
staffa del VORSA era in un pezzo unico nella prima versione, e in due
pezzi nella seconda versione.

sopra
Vista superiore di un VORSA seconda versione: la mascherina, a
sinistra, è ripiegata, ed il braccio è costruito in due pezzi. Inoltre
è presente il braccetto per bloccare la staffa sul corpo macchina.
Nella parte superiore compare una seconda staffa portaaccessori.
All'aparire della Leica II, ovvero dotata di telemetro e quindi con la cassa più alta,, apparve una
versione adatta del braccetto, denominata VOROD, incorporante un mirino
ottico aggiuntivo, al posto della mascherina delle prime due versioni
.
Inoltre era presente una vite per centrare esattamente il prisma
sull'obiettivo, in base all'ottica usata, Elmar, Hektor o Summar.
Scompare la slitta portaacessori.
qui sotto


Nel 1939, ultimo anno in cui fu catalogato, il VOROD poteva
adattarsi a tutte le Leica prodotte sino ad allora, con codice VOSTN
Come appare dalle immagini precedenti i primi VORSA, non
possedevano numeri di matricola propri, poi introdotti dal secondo
modello in poi, ovvero dopo il 1932.
Come sempre nella produzione Leitz, vi sono piccole varianti
produttive, tra cui si segnalano codici diversi applicati da Wetzlar e
LNY.
Curiosità:
2 complessi stereo Stereoly (da sinistra, IIIa e Ia versione) ambedue marcati Lutz Ferrando y Cia - Buenos Aires
per di più con due numeri consecutivi, contradittori, in quanto la
prima versione possiede un numero più alto, il che fa pensare ad un
ordine speciale su commissione
Per sapere di più sulla sigla Lutz Ferrando vedi qui
VOTRA
Per visionare i negativi con le immagini stereo nei primi anni Trenta
fu messo a disposizione
il visore VOTRA, in ottone nikelato, peso 700g, con gli oculari
separati, per regolare la distanza interpupillare, che potevano
muoversi sulla barra principale in modo indipendente, e regolabili
singolarmente. La striscia dei negativi, o il pezzo singolo, scorreva
sulle apposite guide, mentre
sul retro un vetro opalino, in corrispondenza del negativo, forniva una luce diffusa.
Completato dalla stativo VOTIV, che si innestava al VOTRA mediante vite di blocco.
Del VOTRA esiste anche una raro esemplare marcato
Lutz Ferrando, vedi sotto, a destra.
Sicuramente un accessorio spettacolare come solo la Leitz poteva produrre.




STEMAR
Wilhem Albert, successore di Barnack, come Capo designer, alla
fine degli anni Trenta sviluppò un sistema stereo, rimasto allo stadio
di semi prototipo, che prevedeva due ottiche Elmar accoppiate in un
unico barilotto, con un mirino VIDOM modificato per il formato
18x24mm. Questi complessi stereo, classificati come OWENO (Elmar) e poi OVUTO (Stemar)
forse furono fabbricati in 50 pezzi e consegnati a Berlino,
probabilmente per scopi militari, ma non raggiunsero mai il
pubblico.Tuttavia il periodo bellico bloccò totalmente ogni sviluppo.

Sopra: rarissimo esemplare di ottiche Elmar stereo OWENO con prismi OTEMO,
che possedevano la possibilità di aumentare o diminuire a piacere la
separazione stereo. A sinistra si notano i filtri speciali per OTEMO.

Differenze tra il prisma mobile OTEMO prototipo, a destra, e a sinistra
il successivo OIMPO, poi entrato in produzione. Notare che si tratta del secondo esemplare realizzato. I rispettivi mirini
sono un VIDOM mezzo formato e lo OIDYO.
Nel 1953 la Leitz Wetzlar riprese il progetto e produsse un piccolo
quantitativo di pezzi stereo, illustrati nell'immagine sopra. Si notano
le ottiche Stemar 3,3cm f/3,5 OISBO, accanto il mirino OIDYO, il
paraluce OIGEO e il prisma stereo OIMPO. A destra si nota il proiettore
Prado 150 su cui è montata l'ottica stereo da proiezione Epis cod. IMPUU. Accanto
la lente addizionale Stereo Vorsatz, prototipo, per riprese sotto il mezzo metro.

La speciale borsa in pelle Stereo Wetzlar possedeva il cod OIKLO-S. Da
notare il paraluce OIGEO, assente nei prototipi anteguerra.



Nel 1954 la Leitz
Canada iniziò una limitata produzione del complesso stereo, nelle
immagini sopra, in pratica una replica del progetto di Wetzlar. La borsa speciale in pelle per i quattro pezzi possedeva il codice OIBUO: peso complessivo, borsa compresa, di 900g.
Vediamo ora nel dettaglio i singoli componenti:
-Ottiche STEMAR , cod OISBO, composto da 2 ottiche affiancate da 3,3cm, messa a fuoco con campanello o levetta con incavo, mdmaf 3,5feet nella versione Canada, ad 1m nella versione Germany, diaframmi da f/3,5 a f11, manovrabili con levetta, peso 140g

sopra la versione
Germany: notare la scala delle distanze in metri e la diversa movimentazione del diaframma.

-Tappo posteriore per STEMAR, in ottone, peso 40g, tappo anteriore in alluminio.Notare il campanello e la scala delle distanze in metri, essendo questa la versione Germany

-Paraluce per STEMAR cod OIGEO,
in alluminio verniciato in nero, peso 40g

- Prismi per STEMAR cod OIMPO, per riprese a distanza ravvicinata,
sotto i 10/5 metri, dotati di antina anteriore protettiva, peso 220g,
forniti di tappo posteriore nero.



sopra la versione
Germany: si nota bene, in alto a destra, la vitina di blocco dei prismi.
- mirino OYDIO, peso 35g, con all'interno cornicetta
verticale per il formato 24x18mm e correzione della parallasse.
Nell'illustrazione sotto la rara versione
Germany.
- filtri per ottiche STEMAR: in 4 diverse colrazioni, due di giallo e
due di arancio, diametro 13mm, forniti separatamente, molto rari.

OHTEO

à


Visore stereo in bakelite fabbricato dalla ELC: composto dal visore
OIPVO, con oculari regolabili separatamente e prisma raddrizzatore per
correggere l'immagine invertita, più il porta batteria OIFCO, che
permetteva, tramite il grosso pulsante rosso presente sul corpo,
l'illuminazione della dia stereo inserita nell'apposita fessura.
Relativamente raro, sostituisce il visore VOTRA (vedi sopra), con maggior leggerezza e con l'illuminazione della dia.
E' rimasto in produzione solo nella prima metà degli anni Cinquanta.

continua....
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