Visoflex II

PP.Ghisetti


La nuova versione della cassetta reflex nasce nel 1959, con un corpo ridotto a soli 3cm, che diventano 4 con gli innesti. Era stato concepito per utilizzare il Macro Elmar 65mm, vedi scheda. La leva controlla sia il sollevamento dello specchio che lo scatto sulla macchina. Dopo lo scatto una levetta permette di riabbassare lo specchio. Il pulsante di scatto possiede una regolazione in altezza. Fornibile per macchine sia con innesto a vite 39x1m (con una piccola estensione in plastica sotto la leva di scatto per compensare la differenza di altezza), che con innesto a baionetta M. Cod OTYDO-M, o OTYDO con innesto a vite. E' rimasto in produzione sino al 1963.
.

Rispetto al Visoflex I permetteva, grazie al ridotto tiraggio, il montaggio di molti obiettivi, e una superiore operatività, per via della leva di scatto, che eliminava il doppio scatto flessibile, potendo pertanto trasformare una macchina a telemetro in un apparecchio reflex, con visione e scatto immediati.


I mirini sono di tre tipi:    - OTVXO, 16461, magnifer verticale con oculare regolabile,ingrandimento 5x;
                                      - OTXBO, 16460, mirino a 90°, oculare regolabile,  con ingrandimento 4x.
                                      - 16499 mirino a 90°, ingrandimento 4x, oculare non regolabile, particolarmente indicato per gli   apparecchi Leica M, in quanto non striscia contro il corpo macchina

                                      

Micro Visoflex II: versione speciale per lavori di micro-macrofotografia, con vetrino intercambiabile, tra cui uno interamente smerigliato. 

Visoflex IIa: presentato nel 1962 e rimasto in produzione un solo anno, possiede nella parte destra una rotella a due posizioni, segnalati da due puntini rispettivamente di colore giallo e rosso, con scelta tra il ritorno automatico dello specchio e lo specchio bloccato in alto. Era anche offerta la conversione in fabbrica da Viso II a Viso IIa.




Variante con incisione centrale