Il nome Thambar deriva dal greco e può essere tradotto come ‘qualcosa
che suscita meraviglia’: progettato agli inizi degli anni Trenta da Max
Berek con uno schema ottico composto da 4 lenti in tre gruppi, schema
nel quale, contrariamente all’Elmar, erano incollate le due lenti
centrali, molto simile all’Hektor 125/2,5 per Visoflex del
dopoguerra.
Il Thambar si distingueva da tutte le ottiche precedenti per essere la
prima ottica soft focus:. questo effetto era stato creato lasciando
passare deliberatamente una notevole percentuale di aberrazione
sferica, che contribuiva a diminuire sia il contrasto che l’incisione,
inoltre in unione all’obiettivo veniva fornito uno speciale filtro,
dotato di una bolla argentata centrale, del diametro di un centimetro,
proprio per neutralizzare la parte più incisa dell’ottica, quella
centrale precisamente. E’ curioso notare che questo filtro particolare
non possedeva nessun codice all’interno del catalogo Leitz.
Il Thambar possedeva la sigla TOODY, un’apertura del diaframma di
f/2,2, che diventava f/2,3 una volta inserito lo speciale filtro con
diametro 48, e una messa a fuoco minima di un metro. La scala dei
diaframmi era ancora quella cosiddetta europea, ed infatti la minima
chiusura del diaframma arrivava sino a f/25, mentre il peso era di 520g.
Sul barilotto erano segnate due scale del diaframma: quella di colore
bianco indicava le aperture in assenza di filtro, mentre quella in
colore rosso indicava la presenza del filtro, quest’ultima arrivava
sino a f/6,3, in quanto dopo questo valore del diaframma la presenza
del filtro era considerata inutile e controproducente. Esistono alcuni
esemplari con scala dei diaframmi singola.
L’ottica era fornita di serie di paraluce reversibile cod. SHADE.
La produzione del Thambar inizia ufficialmente nel 1934 e si conclude
nel 1940, esclusivamente con ottiche dotate d’innesto a vite 39x1, con
una produzione ufficiale di 3200 esemplari. Questi dati sono presi dal
FabrikationBuch ufficiale Leica, e sono diversi da quelli forniti in
testi più datati, come nel Rogliatti o il Laney, anche se la differenza
è al massimo di 200 pezzi. Per Laney poi la produzione viene spinta
sino al 1949, cosa di cui non abbiamo trovato riscontro nel FB.
Il Thambar è molto ricercato nella comunità dei collezionisti
Leica e, anche se prodotto in numero non particolarmente esiguo di
esemplari, rimane uno degli oggetti del desiderio dell’appassionato e
pertanto mantiene quotazioni abbastanza elevate.
Filtri per Thambar 9cm f/2,2
I filtri per il Thambar, oltre al necessario filtro SPOT, sono i
classici E48, per tutte le necessità. Segnaliamo anche lo speciale
filtro A di conversione della LNY (primo a sinistra) e il filtro IR-2
per fotografia infrarosso (terzo da sinistra)
Segnaliamo che nel 2017 ne è stata
fatta una riedizione, molto fedele all'originale ma con baionetta M,
completa di borsa in pelle, paraluce e filtro spot, chiaramente con vetri moderni.
Il particolare filtro SPOT è venduto anche separatamente con cod 12456