A metà degli anni Settanta la Leitz possedeva un accordo commerciale
con la società giapponese Minolta, con la quale avrebbe poi prodotto
tutta una serie di macchine, come la R-3 e la CL e un nutrito numero di
ottiche, tra cui segnaliamo il 16/2,8R, il 24/2,8R e il Telyt 500/8.
Pertanto apparve logico e naturale inserire nel catalogo Leitz uno zoom
prodotto da Minolta, su specifiche della casa di Wetzlar.
L’evoluzione di questo zoom è stata costante a partire dal 1974 e
comprende 4 modelli, tutti marcati made in Japan, diversi tra di loro
per lunghezza focale e apertura relativa.
Vediamoli da vicino.
Vario Elmar 80-200 f/4,5 :
Questo obiettivo rappresenta il primo zoom tele Leitz, introdotto
appunto nel 1974, su disegno Minolta.
I parametri tecnici prevedono 14 lenti in 10 gruppi, un peso di 780g
(contro gli 830g dell’equivalente Nikkor f/4,5) e una messa a fuoco ad
1,8 metri.
La ghiera di messa a fuoco e di zoommata è unica, con superficie
liscia, mentre il paraluce è del tipo incorporato telescopico.
Nell’uso pratico si vede chiaramente l’epoca in cui questo zoom è stato
concepito, e che il contrasto elevato maschera una generale mancanza di
nitidezza.
L’ottica rimase in produzione sino al 1978.
Vario Elmar 75-200 f/4,5
Nel 1978 questo zoom prese il posto del precedente modello: in pratica
si tratta di una riedizione, con una leggera variazione della lunghezza
focale, un alleggerimento del peso, ora a 725g, una rivisitazione dello
schema ottico (15 lenti in 11 gruppi), oltre ad una messa fuoco più
favorevole, portata a 1,2 metri. Anche questa versione possiede
un’unica ghiera, ora zigrinata, per la messa a fuoco e la variazione
della lunghezza focale.
La resa ottica è molto simile alla versione precedente, privilegiando
complessivamente il contrasto, anche grazie all’elevato numero di
lenti, a scapito dell’incisione complessiva.
E’ rimasto in produzione sino al 1984.
Vario Elmar 70-210 f/4
Nel 1984 appare questa terza versione, sempre prodotta da Minolta, che
offre un range di focali leggermente allargato rispetto alle prime
versioni, ovvero un 3x.
La luminosità passa teoricamente a f/4, ma questa, sulla ghiera dei
diaframmi è collegata alla posizione f/4,5, per cui la reale luminosità
dell’ottica è sempre f/4,5.
Il peso scende ulteriormente a 720g, come pure la messa a fuoco, ora ad
1,1m, mentre lo schema ottico, probabilmente grazie all’uso di vetri ad
alta rifrazione, viene semplificato, portandolo a 12 lenti in 9 gruppi.
La ghiera è ritornata liscia e il paraluce telescopico è incorporato.
Si tratta di uno zoom nettamente più moderno dei precedenti, con
definizione molto buona sul tutto il campo delle focali, un contrasto
equilibrato e non eccessivo, e una resa dei colori tipicamente Leitz,
trasparenti e puliti. Distorsione abbastanza evidente.
Con questo zoom la progettazione e la resa ottica inizia sensibilmente
ad avvicinarsi a quella delle focali fisse, anche se queste offrono una
maggior correzione generale e, naturalmente, una maggiore luminosità
relativa.
Il prezzo nel 1992 era di 4.300.000 Lire, ed è rimasto in produzione
sino al 1996.
Di questo obiettivo esiste anche una rara edizione denominata Jesse
Owens, che si caratterizza per la firma del famoso atleta olimpico sul
barilotto, da accoppiare con l'omonima versione speciale della R4 (vedi
scheda).
Vario Elmar 80-200 f/4
Nel 1996 appare questo magnifico zoom, una superba realizzazione Leitz,
prodotto sempre in Giappone ma non più da Minolta. Sulla parte
superiore dell’ottica fa bella mostra di sé il bollino rosso Leica.
Si tratta di uno zoom completamente diverso dai precedenti: possiede
una doppia ghiera di controllo zigrinata, un peso abbastanza elevato di
1,020g, una messa a fuoco a 1,1m e uno schema ottico di 12 lenti in 8
gruppi.
Lo schema ottico è suddiviso in un gruppo frontale di messa a fuoco
composto da due lenti, 4 lenti poi compongono il gruppo per la
variazione di focale, poi vengono due elementi che compensano la
combinazione posteriore, infine vi sono i 4 elemeti che compongono lo
schema ottico di base. Rispetto alla prima edizione f/4,5 si nota
nettamente la semplificazione del gruppo posteriore, ottenuta grazie ai
vetri speciali.
Anche in questa versione il paraluce telescopico è incorporato.
La costruzione meccanica è magnifica, con ghiere perfettamente
frizionate, il senso di solidità è notevole, è l’ottica, montata su una
R9, risulta perfettamente bilanciata, anche se il complesso
macchina+obiettivo finisce per pesare non poco.
Grazie all’impiego di vetri speciali a dispersione anomale la resa di
questo obiettivo è impressionante su tutte le lunghezze focali, con
un’incisione e un contrasto ottimali. Presente una certa distorsione.
A f/5,6-8 la resa di quest’ottica è realmente di livello superiore (con
solo un leggero calo a 200mm) e si stacca nettamente dai suoi
predecessori.
Nel 2002 il prezzo era di 1.900 Euro.
Un’ottica consigliabile senza incertezze a tutti i leichisti che
desiderano uno zoom medio-tele.
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Su Nadir una prova sul campo in Groenlandia dello zoom 80-200/4