Pierpaolo Ghisetti L’ottica in
questione apparve nel I numeri di matricola partono da 1.967.100 ed inizialmente la finitura fu solo cromata, per poi diventare anche nera dal 1968. E’ rimasto in produzione sino al 1980, sostituito dal nuovo Elmarit 21/2,8. Dal
nr 2.473.251 fu possibile montare l’ottica anche sulla M5 e La
messa a fuoco minima era di soli 40cm senza accoppiamento telemetrico, con
M2, M4 ed M5 sino a Filtri:
E48 Paraluce: 12501 Peso: 300g Filtri: E48 Mirino:
12002 oppure il precedenre SBKOO Come
quasi tutti i grandangoli Schneider, che era il fornitore ottico
dell’obiettivo, questa versione si segnalava per l’eccezionale
cromatismo e brillantezza, con una saturazione nella separazione dei
colori che ancora oggi lascia sbalorditi. Distorsione appena accennata. La
vignettatura, malgrado l’apertura relativa maggiore, è migliorata (ma
non scomparsa) rispetto alla deludente prestazione della prima versione
f/4, mentre la versione nera è spesso superiore come incisione, forse a
causa dello schema ottico leggermente ricalcolato. Da
notare che questa versione del SA possiede il tipico imprinting delle ottiche dell’epoca: resa crescente, specie nella
zona centrale, sino a f/8, e sensazione di separazione dei piani di messa
a fuoco morbida e progressiva. Un'ottica storica che ancora oggi lascia sbalorditi per le sue prestazioni in asse.
Utilizzando
lo stesso nocciolo ottico ne fu fatta una versione anche con baionetta R,
che tuttavia, a causa dello schema simmetrico dell’ottica, poteva essere
utilizzata sulla Leicaflex primo modello solo con lo specchio sollevato e con il mirino
aggiuntivo.
Parte
posteriore del SA 21/3,4 per R: Si nota il particolare gruppo ottico,
sottile ed allungato,che richiede il sollevamento dello specchio
dell'apparecchio reflex, per essere montato correttamente. A sinistra
il tappo dedicato. |