Summitar 5cm f/2

PP.Ghisetti





Nel 1939, dopo tre anni di gestazione, appare l'evoluzione del Summar 5cm (vedi scheda): la sfida era superare la scarsa risolvenza e il basso contrasto a TA, oltre che abbassare la vignettatura. Ora le lenti sono sette: se la parte posteriore del disegno ricalca quello del Summar, la parte anteriore presenta due doppietti collati, di cui una di grosso diametro, per ridurre la vignettatura con una maggiore uniformtà d'illuminazione..
Mentre la lente frontale del Summar presentava un diametro di 26mm, nel nuovo Summitar raggiunge i 31,5mm.

Max Berek, progettista dell'ottica, aveva proseguito nella strada della variazione del disegno Doppio Gauss, con lente anteriore trasformata in doppietto collato di grande diametro, già dal 1936, anno a cui risalgono i primi disegni tecnici. Da notare che l'apparire delle prime pellicole a colori Agfa e Kodachrome con sensibilità sui 10 ASA aveva evidenziato come ineludibile il problema della vignettatura.


Con codice SOORE il nuovo obiettivo, dal peso di 240g, verrà prodotto sino al 1955 in 170.761 esemplari.
Queste le variazioni produttive:
 - inizialmente la scala dei diaframmi era di tipo continentale, poi, dopo il nr 611.000, (gennaio 1946) mutata in quella internazionale; la corsa della ghiera dei diaframmi è più corta in quella internazionale;
 -  dal novembre 1945, dal nr 587.601, è stato dotato di trattamento antiriflesso in florite di magnesio; diversi obiettivi furono dotati di trattamente antiriflesso anche successivamente;
 -  i primi esemplari portavano una fascia anteriore di 3mm, poi sdoppiata e successivamente separata da una scanalatura, dove poter avvitare il paraluce dedicato SOOPD;
  - inizialmente l'apertura del diaframma era rotonda, con dieci lamelle, poi modificata in 6 lamelle con disegno esagonale.





Il paraluce ripiegabile dedicato, denominato SOOPD, era abbastanza ingombrante una volta aperto ed inizialmente non era dotato di vitina di blocco, introdotta successivamente. Esistono versioni con diverse incisioni (vedi immagine) anche LNY nere e cromate.







I filtri sono particolari, ad invaso avvitabili: sono utilizzabili solo sul Summitar, ma grazie all'anello SOOTF sono applicabili agli obiettivi con diametro A36. Nell'immagine una galleria di filtri con i loro codici: al centro cod GFOOH il filtro per infrarosso. Da notare il filtro UV cod GHIOO che possiede una leggera colorazione gialla,

Particolare il filtro polarizzatore cod POORE: occorreva prima trovare il giusto e voluto grado di polarizazzione, guardando attraverso il filtro e memorizzando il numero di riferimento, poi una volta montato sull'obiettivo, bastava riportare la ghiera del filtro al numero memorizzato, per ottenete la polarizazzione voluta.





Per il Summitar, oltre alla classica scatolina rossa era disponibile anche la scatola in bakelite.


Nel 1950 circa sono apparsi alcuni Summitar dotati di una stella nella ghiera anteriore: questi cosidetti Summitar Star sono uno step evolutivo verso il successivo Summicron, (e contrariamente a quanto spesso scritto non ne sono uguali) e ne rappresentano a tutti gli effetti i veri trait d'union, Infatti il Summitar Star possiede 4 vetri al Torio 691548 radioattivi, prodotti dalla vetreria inglese Chance Brothers & CO. Ltd. di West Smethwick, capaci di velare alla lunga la pellicola. Problema che fu poi superato dotando il successivo Summicron di vetri equivalenti al Lantanio LaK9, prodotti nella vetreria di Wetzlar.  Probabilmente 80 pezzi, rarissimi.


Segnaliamo inoltre che esistono Summitar militari, portanti l'incisione 'Heer', ovvero Esercito oltre che Luftwaffen Eigentum, ovvero Proprietà dell'Aviazione. Molto rari e talvolta falsificati. Altri, pochi, l'incisione Leitz-Eigentum, ovvero Proprietà Leitz.


Un Summitar, in buone condizioni tecniche (lente frontale priva di graffi e lenti interne limpide) può dare ancora molte soddisfazioni, specie se usato tra f/2,8 e f/5,6, con ottima incisione e contrasto medio, eventualmente usando una carta per il b/n leggermente contrastata. Abbastanza evidente la vignettatura a TA. L'incisione al centro del fotogramma è buona e appare evidente l'incremento generale di prestazioni rispetto al Summar. Per il gusto odierno i colori sono abbastanza color pastello, molto retrò. Consigliabile nel ritratto in b/n.