LEITZ SUMMILUX-R 50mm f/1,4 PRIMO TIPO: 
 
I  SEGRETI DEL SUO NOCCIOLO OTTICO 
 
di Marco Cavina
 
 

Il sistema Leicaflex giunse sul mercato solamente nel 1964, in lieve ritardo sui principali rivali che già da anni calcavano la scena grazie ai vari modelli Nikon F, Contarex I, Canonflex e via discorrendo; la società Leitz si avventurava in un settore a lei ignoto (sebbene avesse familiarità con la visione reflex fin dai tempi del PLOOT prebellico), e dovette approntare in breve tempo un corredo di ottiche in grado di soddisfare le esigenze basilari della nuova schiera di utenti Leicaflex. 

Alla Leitz evitarono rischiosi voli pindarici e per il primo nucleo di quattro obiettivi si rinunciò volutamente alla ricerca di una luminosità estrema, sacrificata sull’altare di prestazioni consistenti, riservando i famosi “giganti di luce” all’affermato sistema Leica M; il fulcro del sistema di ottiche Leicaflex era rappresentato dal Summicron-M 50mm f/2, un obiettivo otticamente simile all’omologo modello per telemetro che garantiva visualizzazioni entusiasmanti anche a piena apertura; quest’ottica dal rendimento squisito fu inizialmente sufficiente per soddisfare il palato raffinato dei Clienti, ma naturalmente a Wetzlar non dormivano sugli allori…

 
Negli anni ’60 gli obiettivi ultraluminosi erano molto trendy e fra le principali Marche nipponiche era in atto una sorta di competizione per la conquista dell’apertura più sbalorditiva (ricordiamo il famoso Canon f/0,95), contesto che condizionò un mercato di utenti abituati a convivere con i 15 DIN del Kodachrome, creando un’aspettativa frenetica; alla Leitz erano profondamente convinti che non si potesse subordinare le prestazioni sul campo alla conquista di aperture fittizie (o, come la Casa amava definirle all’epoca, “di prestigio”) ma non potevano neppure ignorare le reali esigenze di mercato.
 

In questo contesto, a metà anni ’60, l’Azienda iniziò ad effettuare studi per uno schema Gauss retrofocale che consentisse di affiancare al solido Summicron-R un obiettivo normale di luminosità f/1,4; naturalmente i calcoli di Walter Mandler per il Summilux-M 50mm f/1,4 non erano utilizzabili a causa del tiraggio Leicaflex, decisamente superiore a quello dei corpi M, e a Wetzlar incaricarono il matematico Heinz Marquardt di progettare ex-novo un 50mm f/1,4 con uno spazio retrofocale sufficiente all’esercizio dello specchio reflex; Marquardt completò il calcolo alla fine del 1967, tuttavia, per ragioni che tuttora ignoro, l’obiettivo entrò in regolare produzione solamente nel 1970: era finalmente nato il Summilux-R 50mm f/1,4, catalogato dalla casa col codice 11675 e destinato a soddisfare le ambizioni dei clienti Leicaflex appassionati di riprese in available light. 

 

Il Summilux-R 50mm f/1,4 tipo 11675 del 1970 era commercializzato con lo speciale paraluce 12508 fornito a corredo; questo accessorio disponeva di un attacco rapido che sfruttava guide e pivots metallici, ed in posizione di riposo veniva montato sull’ottica in posizione rovesciata, proteggendo la lente frontale con uno speciale tappo a pressione, dedicato. 

 

L’obiettivo era fornito in finitura epossidica nera, ed essendo inizialmente destinato al modello Leicaflex SL venne equipaggiato con montatura a due camme; il diaframma presenta solamente 6 lamelle ed evidenzia i timori della casa per un corretto funzionamento del complesso meccanismo di chiusura automatica in presenza di diametri così importanti, sacrificando il classico iride composto da numerosi elementi  presente nei modelli M per semplificare ed alleggerire il dispositivo. La montatura anteriore è di diametro risicato, come nel Summicron-R dell’epoca, e presenta due pivots metallici per l’ancoraggio del paraluce; il diaframma chiude da f/1,4 ad f/16, la messa a fuoco minima arriva a 0,5m e la baionetta posteriore è fissata in sede da 6 viti piane, disposte a gruppi di 3; l’ottica pesa circa 460g ed è predisposta per filtri Serie VII. Osservando con attenzione il barilotto, si può notare, accanto alle incisioni “m” e “feet”, il codice 22, che sta ad indicare una focale effettiva di 52,2mm. 

Il Summilux-R con lo schema ottico originale fu prodotto dal 1970 al 1998; la sua montatura meccanica venne ristilizzata nel 1978 (introducendo il paraluce telescopico e l’attacco filtri E55) ma per incontrare uno nocciolo ottico evoluto dovremo aspettare la versione ad 8 lenti del 1998. 

Progettando lo schema ottico del Summilux-R, Heinz Marquardt rimase in un alveo conservativo e si concentrò su un classico schema Gauss a 7 lenti con 2 elementi singoli posteriori, un’architettura ormai affermata ed utilizzata dai principali concorrenti; il dettaglio più innovativo è costituito dalla spaziatura ad aria del doppietto anteriore, una soluzione che all’epoca veniva praticata solamente da Asahi Pentax. 

 

Lo schema ottico ricavato dal progetto originale rivela un’architettura molto familiare per i fotografi moderni, uno schema diffusamente adottato da famosi 50mm f/1,4 come -  ad esempio - i Canon FD ed EF, i Nikkor AiS ed AF, lo Zeiss Planar per Contax/Yashica, i Pentax KM ed autofocus, etc. 

Se rievoco i miei ricordi adolescenziali, la principale curiosità riguardo al Summilux-R 50mm f/1,4 era legata al suo impegnativo prezzo di listino: già allora mi chiedevo perché un ottica così basilare, teoricamente destinata ad una grande diffusione, e dotata di uno schema ottico analogo a quello dei principali concorrenti fosse proposta ad una cifra per me inavvicinabile ed apparentemente non giustificata da particolari raffinatezze tecniche; a distanza di trent’anni, approfondendo i segreti che si nascondono al suo interno, ho trovato parziale risposta al suo prezzo molto elevato. 

 

Questo schema inedito riassume i parametri tecnici del Summilux-R 50mm f/1,4 a 7 lenti, riportando la sezione del gruppo di lenti, le caratteristiche rifrattive e dispersive dei vetri ottici utilizzati, i raggi di curvatura con il potere rifrattivo di ogni superficie, gli spessori e gli spazi sull’asse; lo spazio retrofocale utile è pari a 0,8836 . F, ed ipotizzando una focale effettiva di circa 52mm esso corrisponde a 45,95mm, più che sufficienti alle esigenze dello specchio reflex.

 
Analizzando i vetri ottici utilizzati, si può notare che ben 5 lenti su 7 sono state realizzate utilizzando 4 tipi di vetro ottico concepiti direttamente dai tecnici della vetreria di Wetzlar, due dei quali (il vetro 715535 ed il vetro 694545) vennero poi concessi alle altre aziende del settore per la produzione industriale di massa con la denominazione LaK8 ed LaK9; gli altri due vetri, tipo 815450 ed 800430, sono un brevetto esclusivo Leitz e vennero realizzati nella vetreria interna; queste quattro varietà di vetro appartengono alla categoria dei Lanthanum dense Flint e dei Lanthanum Krown, cioè materiali - come la stessa denominazione tradisce - realizzati miscelando elevati quantitativi di ossidi delle Terre Rare, particolarmente costosi.
 

 

Questa tabella, denominata “diagramma di Abbe”, riassume le principali caratteristiche di alcuni vetri ottici di progettazione originale Leitz; nella grafica sono evidenziati il tipo 694545 (LaK9) ed il tipo 815450, poi adottati nel Summilux-R. 

 

Per sottolineare la complessità ed i costo industriale dei vetri utilizzati in quest’obiettivo sono in grado di aggiungere informazioni inedite sulla composizione chimica e le modalità di produzione 
delle versioni 815450, 694545 (LaK9) ed 800430; rimarcando l’eccezionalità di queste informazioni, ritengo che anche un profano – osservando le percentuali di ossidi delle Terre Rare coinvolte nel processo – possa intuire che si tratta di vetri la cui produzione è estremamente onerosa.
 

Il vetro 815450, impiegato nella lente frontale del Summilux-R 50mm f/1,4,  fu concepito dalla “coppia delle meraviglie” della vetreria Leitz, il duo Heinz Broemer e Norbert Meinert, padri di tutti i vetri speciali della Casa e, in definitiva, artefici del suo successo in quanto fabbricante di ottiche d’eccellenza; questo vetro venne concretizzato nel Marzo 1964, dopo lunga gestazione, ed è costituito da 7 componenti principali; per ottenere il favorevolissimo rapporto fra alta rifrazione e bassa dispersione (nE= 1,81500   vE= 45,2) questo vetro prevede, in aggiunta alla base di ossido di Boro e sabbia silicea, un’altissima percentuale di ossidi delle Terre Rare (49% di ossido di Lantanio e 6% di ossido di Tantalio), quantità largamente oltre il limite invalicabile onde evitare striature, devetrificazioni e birifrangenze dopo la fusione, e gli ossidi di Cadmio, Tungsteno e Zirconio hanno il compito di “imbrigliare” tali elementi, mantenendo nell’impasto finale le caratteristiche tipiche del vetro ottico (trasparenza, omogeneità, monorifrangenza). Incidentalmente, questo vetro non è più in linea con le attuali normative che prevedono vetri ecologici, privi di elementi con impatto ambientale (come, appunto, il Cadmio). La fattura dell’impasto, come avviene di solito per questo tipo di vetri, prevede la fusione e la raffinazione a temperature molto elevate (1.300 – 1.400° C) e per evitare contaminazioni è necessario utilizzare crogioli di Platino; anche gli agitatori automatici - con termometro di controllo incorporato - sono in Platino e progettati all’interno dell’Azienda; questo materiale rappresentò un notevole progresso produttivo in quanto permetteva la fusione in colata continua e lo stampaggio a pressione degli sbozzi (previo rammollimento ad alta temperatura). 

 

Il vetro 694545 (noto anche come LaK9) è un materiale molto famoso e va considerato il primo grande exploit della vetreria Leitz, trattandosi di un vetro ad alta rifrazione/bassa dispersione (nE= 1,69400   vE= 54,6) realizzato senza l’impiego dell’ossido di Torio (radioattivo e  potenzialmente pericoloso), sostituito dall’ossido di Lantanio; anche questa versione fu concepita da Heinz Broemer e Norbert Meinert e venne rivelata nell’Aprile 1958. Il vetro 694545 è strutturalmente abbastanza semplice e prevede solamente 5 componenti: una miscela base di ossido di Boro ed ossido d’Alluminio, una percentuale molto elevata di ossido di Lantanio (46,6%) e due ossidi di elementi bivalenti (Calcio e Magnesio) per tamponare i deleteri effetti collaterali dell’ossido di Lantanio.  Anche in questo caso la fusione deve avvenire in crogioli di Platino a circa 1.300° C. 

 

Infine, il vetro Leitz tipo 800430 viene utilizzato nella quinta e sesta lente del Summilux; anche questo materiale è figlio del genio di Broemer e Meinert ed è il frutto di studi che si sono protratti da fine anni ’50 all’estate 1966; questo materiale è costituito da 8 componenti: una base di sabbia silicea, ossido di Boro e di Alluminio cui vanno aggiunti gli ossidi responsabili del favorevole rapporto alta rifrazione/bassa dispersione (ossido di Lantanio 41,3% ed ossido di Niobio 7,3%) ed altri ossidi (ossido di Zinco, Cadmio e Zirconio) necessari per garantire le adeguate caratteristiche fisiche; questo vetro non fa eccezione ed anch’esso va fuso in crogioli di Platino a temperature nell’ordine di 1.350 – 1.400° C; contenendo Cadmio non rientra nelle specifiche richieste per gli attuali vetri ecologici, ed è probabile che questa sia una delle ragioni che convinsero la Società a sospendere la produzione di questo modello di Summilux e a varare la versione del 1998 ad 8 lenti. 

Questo inconsueto viaggio fra i segreti del vetro ottico ci fa capire come il prezzo originale del Summilux-R 50mm f/1,4 tipo 11675, in fondo, fosse giustificato proprio dalle complesse e costose alchimie originali Leitz che sono alla base del suo schema ottico, solo apparentemente analogo a quello dei concorrenti, e proprio la massiccia adozione di vetri originali Leitz fa di quest’obiettivo una delle versioni in cui scorre impetuoso l’originale DNA della Casa!


Per quanto concerne le diverse varianti prodotte dal 1970 al 1998 ed accomunate dal nocciolo ottico appena analizzato, possiamo segnalare:

La prima versione, già precedentemente descritta, prodotta dal 1970 al 1978 con codice 11675 e finitura nera; l'interfaccia prevede originariamente le due camme per Leicaflex I e Leicaflex SL ma nel 1976 viene introdotta anche la terza camma destinata alla nuova Leica R3.

 

Nel 1977 venne realizzata una piccola tiratura di Summilux-R 50mm f/1,4 tipo 11675 in finitura verde "safari" da abbinare alla Leica R3 "safari", prodotta nel 1977-78 in 5.000 esemplari e rifinita allo stesso modo.


Dal 1978 al 1998 il Summilux-R 50mm f/1,4 verrà prodotto con una nuova montatura dotata di attacco filtri E55, finitura nera e paraluce telescopico; dal 1978 al 1986 l'obiettivo sarà disponibile con baionetta a tre camme e codice 11776, mentre dal 1986 al 1998 verrà equipaggiato solamente con la camma per corpi "R", una versione identificata dal codice 11777.

 


Nel 1978 il Summilux-R tipo 11776 verrà proposto anch'esso in finitura "safari" per la omologa R3 (la produzione di obiettivi 11776 "safari" sarà nettamente superiore a quella dei precedenti Summilux-R 11675 caratterizzati dalla stessa esecuzione speciale); altri obiettivi accomunati da identica verniciatura furono l'Elmarit-R 28mm f/2,8, il Summicron-R 50mm f/2 e l'Elmar-R 180mm f/4, oltre ad un piccolo binocolo Trinovid per completare il kit.

 

Il Summilux-R 50mm f/1,4 secondo tipo 11776 venne realizzato anche in esecuzione placcata Oro per equipaggiare la Leica R3 Gold del 1979 (1.000 esemplari celebrativi per festeggiare il centenario della nascita di Oskar Barnack) e la Leica R4 Gold (1.000 esemplari placcati Oro con rivestimento in pelle di serpente marino realizzati nel 1984); un settore dell'obiettivo presenta la consueta finitura nera, probabilmente per agevolare la lettura di indici e scale (a loro volta rifiniti in Oro); esiste anche un singolo esemplare con finitura in Platino, realizzato esplicitamente per un'asta di beneficenza.



La Leica R3 Gold celebrativa della nascita di Barnack col relativo Summilux-R placcato Oro.

 


La Leica R4 Gold del 1984 è caratterizzata dalla magnifica pelle di serpente marino ed anch'essa esibisce con orgoglio il Summilux-R 11776 placcato Oro.

 



Infine, esiste una seconda versione di Summilux-R 50mm f/1,4 placcata Oro, poco nota e basata sul tipo 11777 dotato solamente di camma R: questo modello, a differenza del precedente, è interamente placcato in Oro e venne realizzato nel 1995 per equipaggiare la speciale Leica R6.2 placcata Oro "Singapore", un modello celebrativo realizzato in appena 150 esemplari; curiosamente, nel 1997 venne prodotto un apparecchio identico dedicato ad Hong-Kong (costruito in 300 esemplari), ma quest'ultimo era invece equipaggiato con un Summicron-R 50mm f/2 tipo 11216, anch'esso interamente placcato in Oro.

Insomma, il Summilux-R 50mm f/1,4 "originale" ha le carte in regola per solleticare il feticismo degli amanti Leica non soltanto per le sue caratteristiche tecniche ed ottiche ma anche per l'intrigante disponibilità di varianti speciali !

(Marco Cavina)



CONTATTO            ARTICOLI  TECNICI  FOTOGRAFICI





(Marco Cavina)