Il rullino e la pellicola


PP.Ghisetti





Occorre ricordare che alla nascita ufficiale della prima Leica, nel 1925, la pellicola per 35mm esisteva solo come rotolo cinematografico in metri, e pertanto la Leitz, per imporre il proprio formato 24x36mm su pellicola 35mm, dovette non solo creare una macchina adatta a tale formato di film, ma anche un sistema per utilizzare la pellicola in spezzoni di lunghezza adatti ad essere caricati nella nuova macchina fotografica. Infatti all'epoca non esisteva  un contenitore per pellicola per piccolo formato e le macchine che prima di Leica avevano proposto apparecchi col formato 24x36mm, come la Tourist, la Sept o la Simplex, andavano caricate con pellicola cinematografica per 150 pose al buio.
Questa limitazione, ovvero lo spazio per contenere i metri di pellicola, finivano per annullare il vantaggio del piccolo formato, creando apparecchi grossi e pesanti.
La Leica invece, e qui sta una delle ragioni del suo successo, doveva essere piccola e leggera, e pertanto anche il magazzino della pellicola doveva uniformarsi a questo standard.
Pertanto per poter caricare e scaricare la pellicola anche all'aperto (il che significava una grande libertà di azione, rispetto alle altre fotocamere)  fu necessario creare il rullino fotografico, ovvero un contenitore a prova di luce, ove caricare, naturalmente in camera oscura, la corretta lunghezza di pellicola a metraggio per produrre 36 pose, che non si aprisse accidentalmente ma che facesse scorrere agevolmente la pellicola una volta inserito nella fotocamera.
Il primo rullino, conosciuto come modello A, con denominazione di catalogo FILCA, fu fabbricato dal 1925 al 1954, poi sostituito dal modello B con chiusura di sicurezza, senza variazione di codice di catalogo. Nel dopoguerra il FILCA era verniciato in marrone lucido.
Segnaliamo che l'Agfa nel 1931 ha prodotto appositamente per le Leica un caricatore denominato KASAM, (modello D), dotato di fessura protetta dal velluto.
Nel 1955 fu prodotto il rullino IXMOO, adatto a tutte le Leica sino alla M5 e riconoscibile per la manopolina cromata: compare ancora nel catalogo del 1975.
La spoletta di riserva, di cui esistono numerose varianti, inizialmente fu marcata SVOOP fino al 1954, successivamente SPOOM: esistono versioni marcate Wetzlar e più rare versioni Canada.
I rullini potevano essere conservati in un contenitore di alluminio (DRXOO) o in plastica; esisteva anche un contenitore in alluminio per due rullini.


Per avvolgere la pellicola e caricare il rullino era disponibile il caricatore a manovella AFLOO (1934 - 1957, dal 1931 al 1934 denominato ASPUL, meno perfezionato), che poteva anche essere fissato al tavolo da lavoro.
 
Infine per sagomare correttamente la pellicola era previsto uno speciale taglia film (sia cromato che nickelato) denominato ABLON, prodotto anche dalla LNY, che nel corso del tempo ha visto anche modificare leggermente la sua forma. Si conoscono:
 - primo tipo senza foro, lunghezza 12 cm
 - secondo tipo, con foro, coda rotonda e lunghezza di 13cm
 - terzo tipo con foro, coda squadrata, lunghezza 13,5cm
Il foro doveva servire ad appendere l'ABLON al muro accanto al tavolo da lavoro
Esisteva anche un ABLON speciale per il modello 250 Reporter denominato ANZOO.










Esiste un altro sagomatore di pellicola, singolarmente senza codice, da usarsi con la Tank da sviluppo DEFOO, vedi pubblicità, molto raro.


Per tagliare la pellicola nel sagomatore ABLON si utilizzava la taglierina ABCOO, prodotta sino al 1958.
Per poi avvolgere la pellicola facendo ruotare la spoletta si usava l'accessorio ANGRIF.






Come spesso accaduto i Film Trimmer (o tagliapellicola) per Leica hanno avuto diverse imitazioni: ne mostriamo alcune, anche dell'Italiana S,Giorgio, costruttrice della fotocamere Janua.

------------
Per scattare un fotogramma singolo si poteva utilizzare uno speciale teleaino cod FCKOO, per i primi modelli di Leica denominato FHKOO. In pratica questo accessorio permetteva di montare sull'accessorio uno spezzone di 1/2 fotogrammi inserendolo nella stretta fessura  per la pellicola nel dorso macchina, e pertanto di scattare cosi un solo fotogramma alla volta: utile per prove esposimetriche e di still-life ante litteram. Un Oleyo semplificato e più economico.




Per visionare il negativo sulla striscia della pellicola era disponibile il visore NATRA (NAKUL con impugnatura), a 5 ingrandimenti, disponibile dal 1932 al 1939.
Del Nakul esisteva anche una speciale versione. molto rara e quotata,  per visionare la pellicola da 10 metri per il modello 250 Reporter.







La prima pubblicità in assoluto della Perutz di una pellicola Ortocromatica di 19 gradi Scheiner, circa 8 ASA, appositamente per Leica.
Come si vede la Leitz si era impegnata in un doppio fronte: da una parte la creazione di un sistema fotografico composto da macchine e obiettivi, dall'altro il modo di utilizzare le proprie macchine, mettendo a disposizione del cliente-fotografo, una serie di accessori che rendessero facile e conveniente l'uso della pellicola cinematografica, ora divenuta anche fotografica.  Al sistema Leica va pertanto non solo riconosciuto il merito di aver imposto il nuovo piccolo formato 24x36mm, ma anche di aver creato, prima che l'industria della pellicola si accorgesse della sua necessità, quello che è stato il fedele compagno di milioni di fotografi.
Il rullino fotografico.