LEICA   M 6

PP.Ghisetti




La quadratura del cerchio per le Leica M arriva nel 1984: un classico corpo M con all'interno un esposimetro TTL spot con cellula al silicio. Un disco bianco di 12mm di diametro posto sulla prima tendina riflette la luce verso la cellula esposimetrica, posta a sinistra della camma del telemetro.
Il progetto dell'apparecchio si deve a Otto Domes e Peter Loseries, mentre il disegno precedente di Heinrich Janke, venne abbandonato. Questo progetto, che riproduciamo, presentava interessanti particolarità, come la ghiera dei tempi inserita nel corpo macchina, la visione dei tempi di otturazione attraverso una finestrella, un carter superiore perfettamente liscio, e due grosse finestrelle anteriori. La leva di carica risultava incassata a scomparsa nel corpo macchina, mentre non appaiono visibili nè la levetta di sblocco pellicola nè il nottolino di riavvolgimento. In compenso era ancora presente l'autoscatto. Questa pur elegante soluzione venne scartata in quanto la macchina non possedeva più il tradizionale design Leica, importante nella continuità del riconoscimento di una Leica in quanto tale.
La M6 rimane pertanto una macchina interamente meccanica, col design di una M4, cui è stato abilmente inserito un esposimetro al silicio controllato da led. Nello schema sottoriportato si nota come la cellula al silicio (in alto, nel vano otturatore nello schema, dotata di una lentina fissa, per una lettura concentrata)  legge la luce riflessa di un bollo circolare bianco, del diametro di 12mm, stampato sulla prima tendina dell'otturatore. In questo modo la cellula è esente da fenomeni di abbagliamento di luci parassite.
Base telemetrica di 49,86mm-
Il controllo dell'esposizione avviene infatti tramite due led triangolari posti nel mirino, legati alla movimentazione delle ghiere dei tempi e dei diaframmi. La sensibilità della pellicola può essere impostata da 6 sino a 6400 ISO.
I numeri di matricola partono da 1.657.251 per una produzione totale sino al 1999 di 132.000 macchine, nere, cromate e al titanio.
All'interno del mirino si trovano le cornicette per le focali 28 - 35 - 50 - 75 - 90 e 135mm. La macchina non è dotata di autoscatto, in quanto nella parte destra dell'apparecchio si trova il vano batteria.
L'alimentazione dell'esposimetro richiede due batterie a pastiglia all'ossido d'argento da 1,55V (Varta PX76, Duracell SR44 - 357 303, ecc), oppure una batteria al Litio da 3V tipo DL1/3N, con un'autonomia di 130 rulli di pellicola.
Nel 1988, con la costituzione della società Leica Camera GmbH e il passaggio della produzione da Wetzlar a Solms, il bollino rosso Leitz viene sostituito con quello Leica.
Sempre nel 1988 viene leggermente variata la funzionalità dei led del mirino, che passano da uno scatto di uno stop a mezzo stop.
Nel 1992 appare una M6 cromata con leva di carica, bottone dei tempi, levetta di sblocco pellicola neri: denominata non ufficialmente M6 Panda, questa macchina non è una versione speciale, ma probabilmente si tratta di una piccola serie di apparecchi che, forse per una carenza di pezzi, è stata assemblata con una commistione di elementi cromati e neri.
Negli anni Novanta appare la versione Schnitt della M6, ovvero con tagli che permettono di studiare i vari elementi costruttivi della macchina. Perfettamente funzionante questa M6 è stata realizzata in due varianti che si differenziano per le diverse aperture.
Durante i suoi quindici anni di vita la M6 ha avuto diverse piccole varianti costruttive, tra queste citiamo:
 - inserti di plastica sotto gli occhielli portacinghia;
 - contafotogrammi sino a 36, 38, 40 fotogrammi;
 - oculare in metallo o in gomma;
 - incisione Leica Camera made in Germany oppure solamente Germany;
 - bollino rosso frontale con incisione Leitz oppure Leica, vedi immagini;
 - spegnimento dei led nel mirino dopo 9 secondi o dopo 11 sec;
 - piccole varianti costruttive inserite solo in alcuni esemplari e poi scomparse.
 
Nel 1992 il prezzo era di 5.236.000 Lire, mentre nel 2002 la M6TTL costava 2.804 Euro.

La Leica M6 rimane uno dei maggiori successi della Casa, una macchina da usare a tutto campo e in tutte le occasioni.


Schema del funzionamento dell'esposimetro della M6. In alto si nota la cellula al Silicio.
sotto: variazione della zona di lettura, tramite bollo bianco riflettente sulla tendina, in base alla focale

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Dallo schema, che rappresenta tutta la produzione delle Leica M, la M6 e la consorella M6TTL, rappresentano il 24% della produzione totale, seconde solo alla M3.







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Per migliorare l'ingrandimento nel mirino, per una messa a fuoco più accurata, può essere utile il Magnifer 1,25x, nr cat 12004, fornito di serie della sua piccola custodia. dotata anche di un minuscolo gancetto.  Il Magnifer, in alluminio anodizzato, si avvita all'oculare della macchina, permettendo di sopperire alla ridotta profondità di campo di alcuni obiettivi o alla visione serale e notturna, aiutando anche nella composizione dell'immagine. Particolarmente utile con le ottiche da 75 e 135mm, o con gli obiettivi luminosi tipo Summilux f/1/4 e quasi indispensabile con i Noctilux f/1 o f/0/95, specie se usati regolarmente a TA.
Con la Leica M8 l'ingrandimento è di 0,95x.



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Nel novembre 2022 ne viene rifatta una nuova versione aggiornata dopo ben 175.000 pezzi prodotti sino al 2002: pertanto Leica, a questa data, è l'unica casa ad avere in catalogo una macchina analogica.
E' probabile che sulla ripresa produttiva sia anche influito il continuo rialzo dei prezzi sul mercato dell'usato, segno di un interesse costante per questo iconico modello.
Tra le principali caratteristiche ricordiamo:
- Carter superiore in ottone e non in zinco
 - esposimetro tipo MP, con pallino rosso di corretta esposizione, con rivestimento antiriflesso
 - bollino rosso LEICA
 - mirino con ingrandimento 0,72x







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