Leica, oh, quel nome dal suon
sì bello
Come tutti sanno, il neologismo Leica nacque come
acronimo partendo dal
nome della Casa madre, Nel nostro caso, invece, il nuovo nome fu un vero lampo di genio: breve, sonoro ed ottimista come un’esclamazione di saluto, riempie la bocca con la sua allitterazione di vocali che per noi italiani è vera musica: non si poteva trovare nulla di più azzeccato per la piccola ed agile fotocamera in procinto di rivoluzionare il settore.
Fortunatamente
per loro, la
grafica piacevole e la sonorità musicale proprie del nome Leica
hanno
affascinato una miriade di soggetti diversi, che a vario titolo vi si
sono
ispirati per le loro molteplici attività, così come
esistono svariati esempi di
semi-omonimia effettivamente casuale; pertanto, nei dolorosi per quanto
temporanei momenti di separazione dall’Amorosa (magnifica espressione
poetica
poi volgarizzata ne “la morosa”…), il Leicista doc potrà
senz’altro consolarsi
da tali pene e trovare conforto, ad esempio, negli strumenti medicali
domestici
e di misura di Laica, oppure
corroborando lo spirito con una gita fuori porta a bordo di un Camper Laika, navigare in rete sul sito “laleicaelealtre.net”,
visionare le
immagini della fotografa Lecca, fare
la spesa con alimentari Leika, far
dono alla dolce metà di una carta di credito Leicard
by Visa, commuoversi
nell’armonia di aromi che si sprigiona da un cioccolatino Laica
che dolcemente si scioglie in bocca, visionare sul web un
video della cantante Leika,
rivestire la veranda con legname toscano Laika, soggiornare sulla costa riminese all’Hotel Laika, contribuire a projektlaica.org,
dedicarsi ai propri hobby
con utensili Leitz Riedau, regalare
alla figlia piccola una sirenetta Leika
Living Doll, utilizzare componenti meccaniche Leicher,
assistere alle partite di calcio del Leicester
Football Club o del Leka
Soccer, utilizzare prodotti chimici Leichem,
visitare l’Illinois e conoscere i membri della famiglia Leichetta,
pianificare il proprio funerale con una sciccosissima
Jaguar E carro funebre di Leichenwagen,
sviluppare i propri preziosi negativi Leica nel vetusto ma ancora
valido
Tetenal Leicanol, equipaggiare
la stazione antartica che
gestisce con sensori metereologici e gascromatografi della scandinava Oleico, rinforzare i muscoli in vista di
un Apo-Module-R con pesi per palestra della Eleiko,
frequentare i social-networks ed incontrare virtualmente
simpatici soggetti sudamericani che di cognome fanno Sileico
o Sileica,
provvedere all’isolamento della mansarda con espansi Leca,
fare un salto in estremo Oriente e gustare una squisita Leicha
a base di tè, ginger e riso, indossare
maglieria Liabel con suo marchio
così affine al brand Leica, guidare una Toyota Celica,
che poi è una sorta di anagramma di Leica, collaborare con
laboratorio francese di ecologia alpina Leca, sperare che un proprio prodotto di design
vinca l’ambito “Red Dot award”, così
concettualmente simile al “Red Dot” del nostro cuore, oppure - infine -
relazionare con l’agenzia francese Aciel
ed ammirare il suo marchio riflesso specularmente allo specchio.
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