Leica Ig


Pp.Ghisetti




La Ig rappresenta la compagna della IIIg come macchina semplificata, mirino e telemetro. per Visoflex, microscopi e macchine scientifiche. Prodotta tra il 1957 e il 1960, con ne di partenza 887001.
Secondo alcune fonti  nel 1963 sarebbero stati prodotti 10 esemplari su richiesta, tuttavia questo lotto non compare nel LFB.
La Ig era dotata di syncro-flash.
Poco meno di 6000 pezzi prodotti, dei quali solo poche decine, non quantificabili, senza la ghiera dei tempi lunghi. La ghiera dei tempi è mutuata da quella della IIIg con doppio tempo syncro.
La scala dei tempi di otturazione segue la sequanza classica, il peso è di 460g.
E' l'unica macchina della serie a vite 39x1m a possedere il nome Leica sul frontale, seguito dalla sigla DBP, Deutsche Bundes Patent, ovvero Brevetto della Germania Federale.

Le due slitte sul carter superiore possono ospitare un mirino opzionale e un telemetro. Vedi sotto.
Sul retro dell'apparecchio compare il disco reminder della sensibilità della pellicola utilizzata.
Codici: OCEGO, Leica Ig solo corpo
                         OCIGO, Leica IG con mirino SBOOI
                                       OADGO, Leica Ig con Elmar 50/2,8 e SBOOI





La Ig versione OADGO, con ottica Elmar 50/2,8 (Numeri Rossi) e mirino SBOOI





La IG senza tempi lunghi possiede il classico dischetto copri-foro al posto del selettore circolare.


Sopra: una Ig senza tempi lunghi completa di ottica Summarit 50/1,5, mirino SBOOI e telemetro FOKOS.





Per alcuni lavori scientifici ove era necessario operare con guanti oppure occorreva facilitare l'avanzamento pellicola era disponibile la manopola alta cod AQOOT, accessorio non comune.

Leica IIg





La Leica IIg rappresentava la naturale evoluzione della IIIg senza tempi lunghi, come del resto era successo per i modelli IIc e IIf: tuttavia essendo ormai il sistema a vite 39x1m al tramonto, la Leitz decise di non mettere in produzione questo modello. Prodotta nel 1956 in una dozzina di esemplari, presumibilmente. Sopra è mostrato l'esemplare 825003 del Museo Leica. L'esemplare in basso è una IIg di dubbia provenienza, probabilmente un rifacimento.


Ig 24x24mm






Prototipo di Ig mezzo formato 24x24mm, mai messa in produzione. Notare l'apposito mirino SBOOI per il 24x24mm, dotato di slitta superiore.


Ig POST


La IG POST fornita a scelta di Summaron 28/5,6 o di Summaron 35/3,5: notare la mancanza dei tempi lenti, coperti dalla piastra e l'assenza di syncro-flash. Pochi e non conosciuti gli esemplari prodotti.




Versione speciale per la Ditta Siemens, compagnia elettrica tedesca, con carter piatto, senza slitte portaacessori, e senza syncro-flash. Mancano anche gli anelli portacinghia. Notare il bottone di avanzamento pellicola di forma ribassata, mentre il carter superiore tende ad inglobare parzialmente il bottone di riavvolgimento.
Fornita nel 1959 in due lotti per complessivi 68 esemplari.
Probabile utilizzo come macchina tipo Post, per letture contatori o simili.



Leica Ig NASA

La Leica Ig ha avuto anche l'onore di essere stata la prima fotocamera utilizzata dalla NASA, l'ente spaziale americano, per accompagnare un uomo nello spazio e precisamente John Glenn nel suo storico volo del 20 febbraio 1962, quando compì con la navicella Mercury, tre orbite intorno alla terra, primo americano nello spazio, dopo lo storico volo di Yuri Gagarin nel 1961. La Ig era stata pesantemente modificata per l'occasione, vedi immagine fornita da Marco Cavina, e con un obiettivo speciale con lenti al quarzo non specificato
.



Sotto:  Glenn nella navicella Mercury filmato dalla cinepresa di bordo: a sinistra si intravede anche la Ig



In questa immagine appare chiaro come l'ottica speciale al Quarzo non presenti nessun elemento di identificazione, Cortesia Aprà/Air and Space Museum

  Una nota: contrariamente all'Hasselblad, che ha creato un Mito con l'uso delle proprie fotocamere nelle varie missioni NASA, succedutesi nel tempo, la Leitz non ha minimamente pubblicizzato questo storico evento legato alla propria fototocamera, esattamente come ha fatto la Zeiss Ikon con l'utilizzo delle proprie fotocamere in storiche scalate all'Everest e al K2, utilizzo passato assolutamente sotto silenzio.
In definitiva la Leica Ig rimane storicamente la prima fotocamera occidentale nello spazio.