Qui sopra Gilberto con la nuova Leica M11 e Noctilux
Incontro Gilberto Benni, Leica Retail Coordinator e responsabile dei Leica Stores italiani proprio al Leica
Store di Milano (e dove altrimenti?). Malgrado venga da un’esperienza in Apple, è molto addentro al
mondo Leica, sia quello digitale, che rappresenta il suo pane quotidiano, sia quello classico a pellicola: anzi,
ci tiene a specificarmi che possiede e usa anche una M2. Inevitabile la constatazione che il mercato non è
certo più quello di prima del lockdown, anche se il LS di Milano, la punta di diamante dei cinque LS in Italia,
sta recuperando velocemente i volumi di vendita. Il best seller, mi conferma Gilberto, è sicuramente
rappresentato dalle Q/Q2, macchine molto riuscite (la Q l’ho usata anche io, in questa particolare
occasione) che, grazie alla combinazione di sensore FF, autofocus veloce e preciso, unito ad un obiettivo di
qualità superiore come il Summilux f/1,7 (eccezione alla classica luminosità di f/1,4, per limitare il diametro
frontale dell’ottica) è ormai una macchina che si vende da sola, per usare un termine diffuso tra i
rivenditori.
Per quello che riguarda le amate e immortali Leica M, si aprono probabilmente nuove prospettive: la M10
ha rappresentato il punto terminale della famiglia delle Leica M digitali, iniziata nel 2006 con la M8,
raffinandosi in prestazioni sempre più elevate, col cambio di formato e di sensori. La nuova M11
rappresenta la nuova generazione delle macchine M digitali, che presenta una concezione rivoluzionaria del
sensore, grazie alla tecnologia del Pixel Bending, mutuata dalla collaborazione con aziende di elettronica di
smartphones. Infatti, con il cambiamento della grandezza dei pixel che compongono il sensore, si ottiene
un loro uso ottimale, sino a tre diversi valori (non in crop), utilizzando sempre l’intero sensore, in base ai
desideri e alle necessità del fotografo. Tecnologia che attualmente solo la Leica M11 può vantare e che apre
realmente nuovi orizzonti alla fotocamera digitale. Inoltre, la doppia memoria, il limite di sensibilità di ben
50.000 ISO, l’esposizione multi zona (per la prima volta su una Leica M) e non ultimo, l’aver mantenuto il
design iconico della Leica M dal 1954 ad oggi, sono tutti plus che permettono a Gilberto di affermare che ci
troviamo di fronte ad una vera rinascita del sistema M, un nuovo punto di partenza per un sistema che già
nei primi anni duemila con la M7/MP sembrava essere arrivato al capolinea.
Ad una mia precisa domanda ci soffermiamo sull’ affaire M9, ovvero la problematica del cambio di sensore
difettoso effettuato da Leica in garanzia. A questo proposito Gilberto osserva che la questione è stata molto
gonfiata dai social (Facebook e forum di fotografia in generale), in quanto alla fine della produzione della
M9 solo un piccola percentuale dei proprietari regolarmente registrati in garanzia ha effettuato il cambio del sensore. E
devo ammettere che queste considerazioni combaciano con quanto dettomi da diversi Leica Dealers sparsi in tutta
Italia. Ci sono stati alcuni casi, risolti puntualmente da Leica appunto in garanzia. Allargando il discorso,
Gilberto mi conferma che tutti i prodotti necessari di riparazione o manutenzione vengono inviati
direttamente a Leica Germania. Sempre in seguito ai rumors sui social, Gilberto mi assicura che la
cessazione annunciata del sistema CL per ora non è né confermata né smentita: ancora da Wetzlar non è
arrivato niente di preciso.
A proposito di Germania e di Wetzlar in particolare, scivoliamo su un argomento che mi è particolarmente
caro, in quanto si tratta di un problema che ho spesso riscontrato nella compilazione dei miei volumi su
Leica. Mi riferisco, naturalmente, al fatto che l’archivio Leitz-Leica sembra cambiare periodicamente, nei
numeri e nelle date, per cui circa ogni decade, il Fabrikation Buch ufficiale presenta novità anche rilevanti.
Gilberto mi spiega che i volumi originali dell’archivio, compilati tutti a mano, con ripetizioni, cancellature e
sovrapposizioni, rendono molto ardua una definitiva interpretazione dello stesso. A chi fosse incredulo
consiglio le immagini del mio articolo su Wetzlar, qui, dove si vedono chiaramente le condizioni dei volumi
dell’Archivio Storico. Spesso ho ricevuto rimostranze di appassionati che mi facevano notare le
incongruenze di date e di numeri di matricola nelle mie pubblicazioni, convinti della assoluta precisione
teutonica e poco persuasi delle mie spiegazioni. Ebbene forse questa fede appartiene alla mitologia…
Nel negozio sono in mostra alcune immagini di Peter Karbe, progettista delle ottiche Leica, che ho avuto il
piacere di incontrare un paio di volte, per discutere con lui di alcuni aspetti tecnici e commerciali legati agli
obiettivi. E naturalmente il discorso scivola, in modo automatico, sugli ultimi obiettivi di casa Leica.
Mi riferisco naturalmente
alle ultime eclatanti realizzazioni: il Noctilux 75/1,25, il Summilux
90/1,5 due obiettivi straordinari, veramente fuori dalla norma e
definiti talvolta dagli appassionati come
ridondanti o addirittura pretestuosi, nel senso che rappresentano realmente qualcosa di più nel panorama
delle ottiche Leica. Occorre tuttavia notare che il nuovo Noctilux allarga una famiglia di ottiche che
sembrava stabilizzata sulla focale da 50mm, e che, dopo la versione f/0,95, difficilmente poteva offrire di
più; il 90mm presenta una luminosità mai vista prima su questa focale. Un ‘acuto’ tecnico al limite del possibile (e del
desiderabile), il lascito di un progettista che ha cambiato completamente la storia e la tecnologia
delle ottiche di Wetzlar, traghettandole verso confini inesplorati, con capacità progettuali impressionanti,
sia nella meccanica che nell’ottica pura.
Ricordo che anni fa, incontrandolo a Wetzlar, ebbi l’imprudenza di affermare che ormai le ottiche Leica
erano arrivate al limite del possibile: la sua risposta, con un leggero sorriso, fu che tutto si poteva
migliorare……perchè probabilmente stava già lavorando a questi progetti!
Con Gilberto abbiamo trovato un buon punto di equilibrio: lui da professionista del marchio, e in ogni caso
specialista nell’usato Leica, il sottoscritto da appassionato e cultore di vecchia data, abbiamo incrociato le
nostre esperienze sino ad integrarci piacevolmente, senza sovrapporre le nostre conoscenze ma anzi
ampliandole in direzioni diverse.
Del resto, come nel caso di altri confronti con collaboratori Leica, grazie a questi incontri si penetrano
maggiormente le dinamiche di un’azienda che, da artigianale e locale, si è fatta brand mondiale capace di
affrontare nuove ed impensabili sfide con prodotti altamente innovativi.
Ringrazio pertanto Gilberto per la sua cortesia e l’intero staff del Leica Store di Milano che ci ha ospitato.
Milano, Maggio 2022