Zoom Angenieux 45-90/2,8
Per Leicaflex


                                                            Pp Ghisetti



Grazie alla propria esperienza accomulata nella costruzione di zoom per cinematografia la società francese Angenieux ha avuto l’onore di essere la prima fornitrice di ottiche zoom per apparecchi Leicaflex nel 1969, con lo zoom 45-90/2.8, convenzionale nella lunghezza focale ma molto luminoso.
Questo zoom non è certo una piuma, pesando ben 700g e con una lunghezza di 12 centimetri, che diventano 14 avvitando il paraluce. Occorre tuttavia considerare che all’epoca la tecnologia zoom per macchine reflex 35mm muoveva i primi passi e, per esempio, il Voigtlaender 36-82/2,8 (primo zoom per fotocamere reflex, disponibile per svariati innesti) pesava 770g con identici ingombri.
Quindi complessivamente l’Angenieux non sfigurava di fronte agli illustri concorrenti, anzi il barilotto risultava snello e ben disegnato.
La minima distanza si poneva ad un metro, (nel Voigtlaender era di 1,3m), mentre il paraluce in plastica era di corredo.
Inizialmente offerto con due camme per Leicaflex, fu poi fornito di una terza camma all’apparire della R3, per sfruttare l’automatismo dell’esposizione.
Sul barilotto faceva bella mostra di sé la scritta: ‘Lens made in France for Leitz-Leicaflex’.
Lo schema ottico era molto complesso ovvero di 15 lenti in 12 gruppi, con il diaframma posizionato dopo la sesta lente, e il nocciolo ottico centrale, composto da sei lenti, che si spostava durante la zoommata. Notevole risultava il fatto che vi erano solo tre doppietti collati, per ridurre assorbimenti parassiti. Comunque anche se di luminosità notevole, il fatto che l’escursione focale risultasse tutto sommato convenzionale, dimostra da una parte le difficoltà progettuali dell’epoca per quanto riguarda gli zoom, dall’altro la volontà di offrire per il sistema Leica uno zoom di qualità ottica superiore.
Anche se nominalmente la luminosità dell’obiettivo era di f/2,8 su tutta l’escursione focale, a 90mm l’ottica era un f/3,5, come chiaramente mostrato dall’esposimetro dell’apparecchio su cui lo zoom viene montato.
La resa di questo obiettivo, abbastanza pesante ed ingombrante da maneggiare per gli standard attuali (si pensi che il Leica 35-70/3,5 pesa 450g, ovvero mezzo diaframma di differenza pesa 250 grammi!) è in linea con la tradizione Angenieux: ottima resa complessiva, con colori mai troppo saturi, ma naturali e convincenti, specie nell’incarnato. Ottima compensazione tra luci ed ombre, senza nette separazioni, ma progressiva; incisione più che sufficiente, ma non eccessiva. Colori molto naturali, mai esplosivi, e quasi delicati.
Pertanto un obiettivo estremamente equilibrato, ottimo per i ritratti, sia nella scelta delle lunghezze focali, che nella resa complessiva.
A conferma che, anche se la tecnologia delle focali variabili ha fatto passi da gigante, specialmente nell’allargamento della zoommata, la resa di uno zoom d’epoca, se ben progettato e con un range di focali non eccessivo, può riservare più di una sorpresa.