Summicron 50mm f/2  Brevi Distanze

 

Pp.Ghisetti


Si tratta di una particolare versione del Summicron 50mm per fotografia ravvicinata, denominato anche Dual range nella letteratura anglosassone, per via della doppia scala delle distanze, una per uso normale e un’altra per uso ravvicinato. Consiste in un Summicron rigido cui è stata applicata una coda di rondine su cui applicare degli occhialini in modo da poter scendere dal metro minimo di messa a fuoco della versione normale a soli 48cm (o a 51cm negli ultimi esemplari del 1959), sempre naturalmente con l’uso del telemetro. Questa particolarità rende questo Summicron unico tra tutti gli obiettivi Leica di sempre. Esiste una versione con solo la distanza in metri e ghiera dei diaframmi continua, e un’altra con doppia scala delle distanze, in metri e feet, con ghiera dei diaframmi a scatto. Gli occhialini possiedono due diverse incisioni, mentre le scanalature della ghiera di messa a fuoco nelle due versioni possiedono un disegno diverso.


Lunghezza focale effettiva di 51,9mm.

In ogni caso è un obiettivo che non può essere montato sulle Leica  M6TTL e M7 né sulle M digitali, pena resecare la camma telemetrica delle brevi distanze, cosa che fa perdere in ogni caso il valore all’obiettivo.

Codice obiettivo: inizialmente SOOIC-MN poi SOMNI, comunemente viene utilizzata questa sigla; poi 11918.

Peso: 285g, prima versione del 1956 con barilotto in ottone cromato, seconda versione del 1959 in alluminio cromato, più leggera,

Occhiali: cod SDPOO

Borsa: cod COONH, con una forma particolare a mezzaluna (Halfmoon, in inglese), per stivare obiettivo e occhialini, imitata anche in altri sistemi a telemetro;

Borsa per occhialini: cod ECOOG.

Paraluce, a scelta IROOA oppure ITDOO.

Filtri: E39, di solito in scatoline di plastica, di due tipi diversi.


Lo schema ottico a sette elementi con diaframma a 10 lamelle, e foro sempre circolare, risulta leggermente modificato rispetto al Summicron di serie, specie nella lente frontale. Grazie al calcolatore Zuse di Wetzlar, il designer Otto Zimemrman riuscì a ricalcolare in tutti i parametri quest'ottica, partendo dal classico Summicron 50 rigido, rivedendo pertanto i raggi di curvatura, gli spessori e le distanze delle singole lenti,  e portando le lenti LK9 da 3 a quattro. Si tratta pertanto di un'edizione del Summicron 50mm particolarmente raffinata. La costruzione meccanica complessiva è sicuramente di livello superiore.

La resa di quest’obiettivo è simile al Summicron rigido contemporaneo: si tratta di un’ottica con una resa del soggetto molto plastica ed elevato micro contrasto, forse abbastanza retrò ma che ha caratterizzato una generazione di ottiche per Leica. Perfettamente utilizzabile con soddisfazione anche a TA, con particolare capacità di catturare tutte le varie sfumature di luce e di colori. Abbastanza sensibile al flare, per cui si consiglia di usare sempre, se possibile, il paraluce. Vignettatura sensibile a TA e visibile a f/4, scompare a f/5,6, diaframma nel quale il Summicron dimostra tutte le sue qualità, tanto da farlo rimanere in produzione per ben tredici anni, in questa configurazione.

La produzione, dal 1956 al 1968, è quantificata in oltre 55.000 pezzi nella versione DR.


Un’ottica ormai superata come obiettivo per fotografia ravvicinata, ma che può essere usata con molta soddisfazione nella ripresa di molti soggetti, superando la limitazione della messa a fuoco telemetrica a un solo metro di distanza.

Non raro ma con quotazioni sempre sostenute.

A parere di chi scrive uno dei capolavori ottici e meccanici Leitz.