Elmarit R 24/2,8

Pp.Ghisetti



 Si tratta di un grandangolare da 84° frutto della collaborazione Leitz - Minolta, risalente al 1974, collaborazione che ha fruttato diverse macchine (R-3, CL) e diversi obiettivi (Zoom tele, 16/2,8, 500/8). Da rimarcare che a metà degli anni settanta la società Minolta di Osaka era l'industria ottica giapponese più avanzata nella realizzazione di focali grandangolari. Lo schema ottico, disegnato da  T.Ogura, presenta 9 lenti in 7 gruppi (con due doppietti collati centrali, separati dal diaframma), con un flottaggio automatico per compensare la resa alle brevi distanze. I vetri appartengono alla Minolta (o ai suoi fornitori) mentre il barilotto e il montaggio sono opera della Leitz, come appare dalla scritta Made in Germany sul barilotto. Solo in finitura nera con codice 11221, filtri E60, oppure serie VIII, con paraluce separato 12523, rettangolare in plastica, fornito  acorredo e inseribile tramite incastro su due piolini posti sul barilotto.

Diaframma a 6 lamelle con valori sino a f/22.

Mdmaf di soli 30 centimetri.

Inizialmente fornito di 2 camme poi dal nr 2719572 (mescolato all'interno di un lotto di Summicron 40/2 per CL, e in pratica dopo soli 500 esemplari dotati di 2 camme) viene aggiunta la terza camma R, e a causa dello sbalzo del barilotto può essere usato dalla Leicaflex SL2 in poi. Di questa versione si possono calcolare circa 9000 pezzi prodotti 


Prima versione a sinistra, seconda versione a destra

IIa versione

Nel 1990 appare la seconda versione: cod 11257 per l'innesto Leica R e successivamente cod 11131 per la versione con contatti ROM, riconoscibile dalle scritte sul barilotto LEICA  e E60. Il paraluce rimane lo stesso nr 12523, innestabile tramite piolini frontali.

Si tratta della continuazione produttiva della versione precedente, nel momento in cui i vetri necessari non furono più disponibili presso Minolta: pertanto è plausibile che lo schema ottico sia stato leggermente modificato dai tecnici di Solms in base ai nuovi vetri disponibili in Leica. Il barilotto, molto simile, è leggermente più lungo di 3mm, con incisione Made in Germany, mentre la produzione di questa seconda versione è di circa 11000 esemplari, portando la produzione complessiva a circa 20.000 pezzi, sino al 2006, almeno ufficialmente. Il prezzo nel 2001 era di 2.213 Euro. Si può pertanto affermare che questa IIa versione dell'Elmarit 24mm sia un obiettivo Leica in tutto.


Le due versioni possiedono una resa molto simile e sovrapponibile ai diaframmi centrali: distorsione al 2% e diaframmatura visibile a TA che scompare a f/5,6. La resa a TA risulta abbastanza morbida in asse, con un leggero difetto di coma che abbassa il contrasto: in questa situazione l'Elmarit 24mm risulta indovinato per una resa a TA nel ritratto ravvicinato, grazie anche alla compensazione delle lenti flottanti, e allo sfuocato morbido dei soggetti fuori fuoco. I bordi del fotogramma possiedono a TA una resa molto bassa. A f/5,6 la resa presenta  un notevole incremento sia in asse che ai bordi, malgrado una curvatura di campo che mette fuori fuoco i soggetti marginali dell'immagine. A f/8 la profondità di campo aumenta la sensazione di nitidezza generale, con una bellissima resa dei colori, molto naturali, e di effetto scenico.

In definitiva l'unica focale fissa da 24mm nel sistema Leica R: molto buono per l'epoca della presentazione, si rivela ancora un ottimo grandangolare nella seconda versione, mediando la focale più usuale da 28mm con l'impegnativo 21mm, per non parlare del 19mm, difficile da controllare compiutamente. Ottimo nella ripresa di monumenti e di architettura, con colori brillanti e freddi, può trovare spazio anche nella foto di montagna, sia per la resa ottima del colore, senza dominanti, sia per dare maggiore profondità al paesaggio, con un soggetto sapientemente posto in primo piano.