24mm
per fotocamere M
PP.Ghisetti
- Elmarit- M 24/2,8 Asph
La prima focale da 24mm per il sistema M viene presentata alla
Photokina del 1996: dotata di lenti asferiche possiede il cod 11878,
seguita poi dalla versione cromata nel 1998 col cod 11898. L'ottica si
compone di 7 lenti (la terza asferica e una a dispersione anomala) in 5
gruppi con messa a fuoco minima a 70cm, Passo filtri E55 e peso 290g
che arrivano a 360g, nella versione cromata. Diaframma a 8 lamelle.
L'apposito mirino 12019 non è compreso nella confezione, mentre invece
è compreso il particolare paraluce rettangolare con innesto a
baionetta, che, una volta montato, rende il complesso abbastanza
ingombrante.
Si tratta indubbiamente di uno dei capolavori dell'ottica Leica: già a
TA apertura le prestazioni sono ottime, con contrasto elevato, a f/4 si
raggiunge il massimo su tutta l'area inquadrata, chiudere ulteriormente
i diaframma significa solo aumentare la pdc ma non le prestazioni
ottiche. Rilevante la differenza di resa tra f/2,8 e f/4 ai bordi, qui
quasi omogenei all'asse. Notevole la soppressione di ogni riflesso
parassita, mentre la vignettatura è leggermente visibile a TA, e la
distorsione si aggira sul 2%, valore veramente ottimo per la lunghezza
focale.
- Elmar- M 24/3,8 Asph
presentato nel 2008 ridefinisce la focale da 24mm nel
sistema M, con quasi un diaframma di luminosità in meno, un corpo
compatto da 220g,(e non 260 come compare nella brochure), senza la
strombatura anteriore del modello precedente, cui va aggiunto il
paraluce di serie nr 12464, con innesto a vite.
Cod 11648. Diaframma a 9 lamelle.
Lo schema ottico, completamente rivoluzionato rispetto alla precedente
versione, comprende 8 lenti in 6 gruppi, di cui una asferica. La
distorsione si attesta al 1%, praticamente invisibile, mentre la
vignettatura risulta abbastanza visibile. MDMF a 70cm.
Resa ottica notevole a TA ed eccezionale f/5,6. Contrasto elevato.
Se la versione da f/2,8 poteva tranquillamente fregiarsi
dell'apellativo di 'capolavoro', la versione successiva le sta
sicuramente alla pari e anzi offre qualcosa in più a TA, che però,
occorre ricordare, è quasi un f/4. Complessivamente uno dei
grandangolari più nitidi mai prodotti per Leica.
- Summilux M 24/1,4 Asph
Sempre nel 2008 appare questo eccezionale obiettivo con una luminosità
mai vista precedentemente in questa focale. Cod 11601, paraluce 12462
incluso, peso 480g, diaframma a 11 lamelle. Focale dichiarata a 24,3mm.
Anche in questo caso si è fatto ricorso ad una lente asferica e a ben 5
lenti a dispersione anomala in un disegno di 10 lenti in 8 gruppi. E'
presente il lens floating per migliorre le prestazioni alle brevi
distanze.
Vignettatura evidente a TA e già minimale a f/2,8, mentre, come spesso
accade alle ottiche grandangolari particolarmente luminose, la
distorsione arriva al 2,2%, valore nettamente superiore a quello degli
altri 'fratelli'.
Anche se il picco teorico delle prestazioni si raggiunge a f/2,8, è la
massima apertura quello che conta realmente in questo straordinario
obiettivo: il soggetto appare sempre staccato dallo sfondo in modo
perfetto, con una resa viva e palpabile. Si tratta di un obiettivo che
andrebbe sempre utilizzato preferibilmente a TA, al massimo appunto
sino a f/2,8, per gustarne e scoprire in pieno le potenzialità, cosa
non del tutto facile, in realtà. Da usare preferibilmente a bassi
livelli luminosi e a brevi distanze.
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La famiglia di ottiche da 24mm per M, propone tre diverse proposte ben
differenziate: l'Elmarit ha introdotta la nuova focale con un obiettivo
di classe superiore, sempre valido e senza tempo. L'Elmar aggiunge
qualcosa in più in resa ottica, peso e maneggevolezza, ma ci sembra più
creato per il mondo digitale che per quello a pellicola; in ogni caso
una quadratura perfetta tra prestazioni e dimensioni. Infine il
Summilux è uno di quei pezzi di bravura epocali che hanno creato la
leggenda Leica, ma, proprio per questo, non andrebbe usato come i primi
due, ma utilizzando sapientemente la massima apertura, in un gioco di
fuoco-fuori fuoco, grazie alla curvatura di campo che privilegia il
centro rispetto ai bordi, ma che tuttavia, non si adatta a tutti i
generi fotografici. Oppure per sfruttare la massima apertura in
condizioni di luce realmente difficile, e recuperare quelle atmosfere
impalpabili che solo le ottiche Leica sanno donare.